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Ninja e il Ninjutsu

Ideogramma del NinjaCol termine Ninja che letteralmente significa "colui che si muove in segreto" o più semplicemente "colui che pratica il Ninjutsu", o con la parola Shinobi, che nella nostra lingua ha più o meno lo stesso significato, vengono indicati gli appartenenti ad una particolare tipologia di soldati Giapponesi il cui compito principale era quello di svolgere compiti di spionaggio per i loro mandanti. Estremamente ben addestrati grazie alla pratica del Ninjutsu (o Shinobi-Jutsu), che letteralmente significa "la via per muoversi non visti" o "arte dell'invisibilità", i Ninja potevano essere impiegati anche come sicari.

Dato il carattere particolare di questi emissari, non si sà molto riguardo alla loro esistenza tanto che attorno alle figure dei guerrieri Ninja si sono creati dei veri e propri miti, molti dei quali non corrispondenti alla realtà dei fatti. Sappiamo che come nel caso del Bushido per i Samurai, anche gli Shinobi possedevano un loro codice comportamentale chiamato Ninpo (che è poi anche un altro nome del Ninjutsu). Più difficile da definire è il rapporto che intercorse tra i Samurai e i Ninja: secondo un'ipotesi poco attendibile questi ultimi erano delle persone che non potendo appartenere ai Samurai per questioni di casta, ripiegavano nello studio del Ninjutsu; molto più accreditata è invece la versione secondo la quale i Ninja erano molto spesso anche dei Samurai particolarmente adatti per le missioni di spionaggio e per questo assegnati ad un "corpo speciale segreto".

Ideogramma del Ninjutsu

Esistono tantissime leggende che circolano riguardo ai Ninja e pochissime le fonti storiografiche da cui attingere per conoscerne la storia. Il mito parla di uomini capaci di trasformarsi nell'animale più adatto per ogni situazione; di guerrieri che avevano scoperto il segreto dell'invisibilità; di esseri dotati di facoltà sovrannaturali capaci di eseguire balzi prodigiosi o addirittura in grado di volare... Ma al di là dei miti, i Ninja erano dei soldati che come i Samurai lavoravano presso le corti dei signori feudali (Daimyo) e da essi dipendevano.

Quando il loro mito non si è esteso fino al sovraumano, questi guerrieri sono stati rappresentati come soldati dotati di armi particolarmente sofisticate, arcieri insuperabili, grandi esperti di veleni e di esplosivi. Il loro modo di vestire con una tuta nera e una maschera dotata di un'apertura per gli occhi, gli ha resi famosi in tutto il mondo come misteriosi sicari ultra addestrati privi di una vita personale e votati completamente alle loro missioni. Naturalmente siamo di fronte ad uno stereotipo.

Una teoria molto affascinante parla di villaggi abitati dai Ninja, se non completamente popolati da Ninja, in cui essi vestivano i panni propri della gente comune: contadini, allevatori, artigiani, e si confondevano con il resto della popolazione. Questo sotterfugio permetteva loro di acquisire informazioni senza destare sospetti e nello stesso tempo di mantenere segreta la propria identità.

In effetti, l'organizzazione gerarchica di cui erano dotati questi guerrieri li portava probabilmente a vivere in gruppi. A capo di ogni gruppo vi era l'Osa, o anche Shou (letteralmente "generale") nel caso dei gruppi più vasti; al di sotto dell'Osa vi erano i suoi luogotenenti, chiamati Jyounin (Ninja superiori) che a loro volta si trovavano ad una gradino più alto rispetto agli Chunin (Ninja di grado medio), fino ad arrivare agli Genin (Ninja inferiori). Questa struttura permetteva una rapida circolazione delle informazioni e, contemporaneamente, consentiva all'Osa di riferire i suoi ordini ad un solo luogotenente tenendo allo scuro gli altri e i loro sottoposti.

La loro fama, spesso ingiustificata, di efferati assassini ha avvalorato la tesi che i Ninja non avessero un codice d'onore, ma come abbiamo anticipato, essi osservavano il Ninpo (legge), chiamato anche Okite (regola). Secondo questo codice, essi dovevano assoluta fedeltà al loro signore e ai loro superiori di grado; erano obbligati a mantenere segreta la loro identità; dovevano essere sempre leali con i loro compagni, non dovevano uccidere altri Ninja appartenenti al loro gruppo o a gruppi alleati. In caso di violazione, il colpevole veniva giudicato da un consiglio che nella maggior parte dei casi decideva la morte del soldato e lo sterminio della sua famiglia.

Molto nota è la figura del Ninja traditore (Nukenin), che abbandona il suo gruppo contro il parere dei capi e per questo viene perseguitato. Anche in tale caso, le regole del Ninpo erano molto rigide, infatti il Nukenin doveva essere ritrovato ad ogni costo e riportato all'interno del gruppo di appartenenza per essere giudicato. Non può stupire tanta severità se si considera che ogni Ninja era potenzialmente in possesso di segreti che non dovevano essere rivelati per nessun motivo.

Strettamente correlato al Ninpo era il Ninjutsu, l'arte marziale praticata dai Ninja. Disciplina atipica rispetto alla maggior parte delle arti orientali, essa comprendeva tecniche di spionaggio, ivi compresi il recupero e la memorizzazione delle informazioni; di mimetizzazione; di fuga; di uso delle armi e degli esplosivi e conoscenze sulle droghe e le erbe medicinali.

Il Ninjutsu veniva praticato anche dalle donne ed è certo che i gruppi di Ninja contassero parecchi esponenti femminili (Kunoichi). Mentre non è vero che le donne Ninja utilizzavano il mestiere della prostituta come copertura, è certamente plausibile che esse sfruttassero le loro capacità seduttive per portare a termine le loro missioni.

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