Home Page / Arti marziali / Rubriche / Contatti
I Samurai
Non
è semplice stabilire l'origine dei
Samurai, questa stirpe di guerrieri
giapponesi è stata per secoli la componente fondamentale di un paese
in guerra da sempre: quando non vi era da combattere contro nazioni ostili,
si combatteva tra regioni interne al territorio nipponico; quando le regioni
del Giappone erano in pace tra loro si combatteva tra famiglie. La necessità
di formare soldati capaci di dedicare la loro intera esistenza alla battaglia,
fù quindi un'esigenza costante per gran parte della storia del Giappone.
L'origine del termine
Samurai non
è molto chiara, probabilmente esso non nacque in un contesto
militare, ma aristocratico. Letteralmente questa parola non
significa guerriero, ma nobile, uomo degno di rispetto o uomo
d'onore; probabilmente essa deriva dal verbo giapponese suburau
che significa "prestare servizio presso un nobile".
Soltanto
nel X secolo d.C. i
Samurai acquisirono
un'identità completamente autonoma rispetto a quella
dei comuni soldati. Negli ultimi due secoli del periodo Heian,
che durò dal 794 al 1185, l'Impero cominciò a
perdere la sua capacità di controllo sulle varie regioni
del Giappone. Il problema principale era causato dai soldati
che venivano mandati a sedare le ribellioni che andavano diffondendosi
in territorio nipponico. Essi infatti, una volta pacificate
le regioni nelle quali venivano inviati, decidevano spesso di
prenderne il potere e trasformarle in loro proprietà.
Grazie a questo sistema di occupazione, alcune famiglie acquisirono
spesso poteri superiori a quelli del casato regnante.
Il clan dei Taira, dopo aver conquistato gran parte dell'Occidente
nipponico, nel 935 decise di infierire un colpo mortale alla
dinastia Heian invadendo Kyoto, capitale del Giappone. La città
fù messa a ferro e fuoco fino al 940, quando l'imperatore
con l'aiuto dei militari rimastigli fedeli riuscì a respingere
l'occupazione dei Taira. Era però soltanto questione
di tempo. Gli Heian, ormai troppo deboli, presto o tardi avrebbero
dovuto cedere il passo ai Taira.
L'esperienza di Kyoto spinse alcuni imperatori a ritirarsi nei
monasteri una volta esaurito il loro ruolo di governo. Non tutti,
però, sopportarono di perdere il loro potere e alcuni
cercarono di continuare a governare anche dopo essersi ufficialmente
ritirati. La cosiddetta "politica di convento" (in
Giapponese in ho cho), portò
alla fine ad una guerra civile della quale approfittarono i
Taira che nel 1181 vinsero ogni resistenza della casa regnante.
Il Capoclan dei Taira, Kiyomori, anche se con una certa crudeltà,
amministrò sapientemente il suo potere dando vita ad
una politica basata sulla costruzione di grandi opere pubbliche
e sull'intrecciarsi dei rapporti diplomatici con la Cina. Purtroppo
per lui si innamorò di una donna appartenente al clan
rivale dei Minamoto. Da essa ebbe due figli, Yorimoto e Yoshitsune,
che appena diventati grandi si schierarono contro il padre.
La guerra di Yorimoto
e Yoshitsune contro Kiyomori si
cocluse nel 1185 con la vittoria dei primi due. Conquistato
il potere, Yorimoto costrinse il fratello al suicidio (Yoshitsune
divenne una tragica e amatissima figura di
Samurai
nella cultura giapponese), s'insediò nella piccola cittadina
di Kamakura e acquisì il titolo di
Shogun
(abbreviazione
di Taishogun che in Giapponese
vuol dire condottiero), ovvero,
comandante in capo dell'esercito.
Yorimoto mantenne la corte nobiliare a Kyoto, ma come abbiamo
detto, stabilì la sua sede a Kamakura. Questa divisione
fece sì che lentamente il potere si trasferisse dalle
mani dei nobili a quelle dei guerrieri, era la definitiva affermazione
del potere dei
Samurai sul Giappone.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI A SCUOLAINTERIORE.IT - Informativa sull'utilizzo dei cookie