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Contrariamente
a quanto si pensa, con il nome Buddha non viene indicata soltanto una
divinità, ma anche una persona realmente esistita di cui conosciamo le
date e i luoghi di nascita e di morte. Il vero nome del Buddha era Siddharta Gaitama, un maestro religioso che nacque nel Nepal, a Kapilavastu nel 565 a.C.
e morì a Kusinagara nel 486 a.C.
Discendente della nobile e ricca famiglia Sakaya, Siddharta compiuti
i trent'anni affrontò una profonda riflessione sui mali del mondo: la
povertà, la vecchiaia, la malattia e la morte. I suoi ragionamenti lo
portarono ad abbandonare le ricchezze familiari e a diventare un monaco errante
alla ricerca di una via per la salvezza.
Dopo un lungo peregrinare, attraverso
la riflessione, egli raggiunse l'illuminazione (Buddha = l'illuminato)
e decise di condividere il frutto della saggezza conquistata con il resto dell'umanità,
dedicò infatti il resto della sua vita alla predicazione viaggiando come
monaco mendicante lungo la pianura mediorientale del Gange.
Dopo la sua morte Siddharta venne deificato, ma se ci basiamo su quanto
riportato nelle sue biografie più antiche, egli non era ne diceva di
essere un dio ma semplicemente un uomo che attraverso la riflessione era riuscito
a trovare la via della salvezza.
Solo
successivamente furono attribuiti alla sua storia eventi soprannaturali che
contribuirono a rendere la sua figura oggetto di culto per un'innumerevole schiera
di fedeli.
Il culto del Buddha andò
via via producendo una vera e propria deificazione che portò la scuola Buddhista Mahasanghika
ha indicare nella figura di Siddharta una manifestazione terrena del Buddha-divinità,
venuto tra gli uomini per indicare loro la via della salvezza.
A questa concezione si aggiunse poi quella del Maitreya
(il Buddha futuro), quella che
attribuiva a Siddharta dei predecessori,
e quella della scuola del Buddhismo
settentrionale (mahayana) per la
quale è esistito ed esisterà un Buddha per ogniuno dei mondi possibili. A ben vedere, queste concezioni
del Buddha come entità divina
è onnipresente, svolgono un'importante funzione dato
che grazie ad esse la "Buddhità",
l'illuminazione e quindi la salvezza dai mali del Mondo, sono
un bene a disposizione di tutti perchè in ogni mondo
e in ogni tempo vi è un Buddha capace di mostrare la giusta via a chi lo ascolta.
Grazie alla tradizione Buddhista Birmana e a quella Singalese,
nel I secolo a.C. vennero raccolti i "Discorsi
del Buddha", prima di allora affidati alla trasmissione
orale. Nei "Discorsi",
il Buddha risponde alle domande
delle persone che lo avevano incontrato durante il suo peregrinare.
Attraverso esempi, massime, poesie e canzoni egli indica la
via della salvezza: solo rinunciando alle ricchezze materiali,
alle distrazioni mondane e praticando la meditazione e l'ascetismo,
gli uomini potranno liberarsi dalla schiavitù del dolore.
Per far questo, però, gli uomini dovranno attraversare
la "via media" in cui
la salvezza potrà essere raggiunta attraverso l'eliminazione
di ogni desiderio.
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