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Gli Shogun: grandi guerrireri e politici spietati
Yorimoto Minamoto morì nel 1199 senza lasciare eredi in grado di amministrare
pacificamente il potere che egli aveva incentrato nelle sue mani. Alla
sua scomparsa seguirono quindi lunghi anni di guerre fratricide che portarono
al trono il casato della moglie di Yorimoto: gli Hojo. Gli Hojo regnarono fino
al 1333, anno in cui terminò il periodo Kamakura, e nessuno di essi decise
di farsi nominare
Shogun.
Quando il clan degli Hojo dovette confrontarsi con i mongoli, iniziò
per loro un periodo di veloce declino. Da una parte, essi dovettero subire le
proteste e le ribellioni dei soldati che da tempo non venivano ricompensati
per i loro servigi, dall'altra, l'imperatore Godaigo approffittò della
loro debolezza
per riaffermare il suo regno. Alla fine, la maggior parte dei componenti del
clan Hojo decisero di abbandonare il campo con un gigantesco suicidio di massa
in cui morirono centinaia di persone.
Scomparsi gli Hojo, la storia del Giappone del XIV secolo conobbe
un altro grande personaggio: Ashikaga TaKauji del clan Minamoto.
Inizialmente Ashikaga si alleò con Godaigo ma il suo
desiderio di potere era molto più grande dei privilegi
che l'imperatore era disposto ad offrirgli. Cosi' Ashikaga cercò
di spodestare Godaigo fecendo sedere sul trono un uomo di sua
fiducia dal quale si fece nominare
Shogun.
Questo periodo, fù caratterizzato per il Giappone da
una profonda divisione. Il Paese venne suddiviso in un regno
del sud controllato da Godaigo, con capitale a Yoshino, e in
un regno del Nord controllato dagli uomini di Ashikaga con capitale
nella città di Muromachi, nei pressi di Kyoto.
Furono tempi difficili, in cui le ribellioni di vasti strati
della società (dai contadini ai monaci) si susseguirono
di continuo. I
Samurai al servizio
di Ashikaga dovettero abbandonare le loro terre e trasferirsi
a corte, cosa che in molti casi trasformò i guerrieri
in funzionari corrotti dalle mollezze della capitale.
Il clan degli Ashikaga, dopo la morte del capostipite, governò
buona parte del Giappone attraverso altri sette
Shogun,
uomini raffinati e orgogliosi del proprio potere e della propria
ricchezza, che nel bene e nel male ressero le sorti di un paese
in continuo fermento grazie ad un regime militare tanto duro
quanto mal sopportato dal popolo. Gli effetti di questo periodo
si manifestarono appieno intorno alla metà del XVI secolo,
quando il territorio nipponico si trasformò in un immenso
campo di battaglia le cui sorti erano completamente nelle mani
dei
Samurai.
L'ultimo
Shogun Ashikaga, venne
spodestato da un guerriero chiamato Oda Nobunaga che fino al
giorno della sua morte, avvenuta nel 1582, mise a ferro e fuoco
l'intero Giappone. Violento e feroce, Nobunaga fece uccidere
spietatamente migliaia di avversari politici (nobili, soldati
e monaci buddhisti), ma nello stesso tempo cercò di liberare
il suo paese da quell'isolamento che da secoli ne impediva il
progresso, e per far questo incentivò i rapporti tra
il Giappone e gli altri stati, europei in particolare.
Nobunaga venne ucciso a tradimento da un suo
Samurai,
e il suo potere finì nelle mani di un altro guerriero,
Toyotomi Hideyoshi. Quest'ultimo, un uomo di origine non aristocratica
ma dotato di grande intuito e talento politico, venne investito
del titolo di Kampaku dall'imperatore,
una carica che gli permetteva di racchiudere nelle sue mani
un potere smisurato. Convinto assertore della necessità
di pace e di unità del Giappone, Hideyoshi riusci a raggiungere
buona parte dei suoi
obbiettivi con alcune riforme che cambiarono il volto del paese:
trasferì i suoi vassalli ad Osaka in modo che questi
si concentrassero meno sui loro territori e più sulle
esigenze dello stato centrale; emanò un editto per il
quale gli apparteneti alla classe rurale non potevano possedere
armi; istituì il catasto e impose una legge che dirimeva
ogni controversia tra i cittadini con la condanna a morte di
tutte le parti in causa. Quando Hideyoshi morì, nel 1598,
un Giappone parzialmente unificato si avvicinava all'alba del
XVII secolo.
Nel 1603 il Giappone ebbe un nuovo
Shogun,
Ieyasu Tokugawa. Valoroso
Samurai,
uomo politico abilissimo e di grande valore, Ieyasu era allo
stesso tempo una persona spietata che costruì il suo
potere passando sui cadaveri di amici e nemici, in tutto 40.000
persone. Il Clan Tokugawa governò il Giappone fino al
1868, ad essi si deve il trasferimento della capitale nipponica
a Edo (oggi Tokio), ad essi si deve il consolidamento e l'ampliamento
dell'opera di unificazione iniziata da Hideyoshi, e ad essi
i
Samurai dovettero un ampio numero
di privilegi che gli
Shogun concessero
loro in cambio di ferrei patti di fedeltà.
Se da una parte, nei quasi 270 anni di governo dei Tokugawa, il Giappone conobbe
periodi di pace molto più lunghi di quanto il suo popolo ne avesse mai
visti in precedenza, dall'altra, a partire dalla prima metà del XVII
secolo, per volontà dello
Shogun Hidetada, questo paese cadde in un isolamento
talmente profondo che per secoli la società nipponica non conobbe alcun
tipo di progresso. Quando questo periodo di isolamento finì, di lì
a poco il Giappone assitette anche alla fine dei
Samurai.
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