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I cinque colori fan sì che s'acciechi l'occhio dell'uomo,
le cinque note fan sì che s'assordi l'orecchio dell'uomo,
i cinque sapori fan sì che falli la bocca dell'uomo,
la corsa e la caccia fan sì che s'imbesti il cuore dell'uomo,
i beni che con difficoltà si ottengono
fan sì che sia dannosa la condotta dell'uomo.
Dal
Tao Te Ching
Le arti marziali orientali, ed in particolare quelle di origine cinese, trovano il loro fondamento filosofico nelle principali correnti di pensiero storicamente diffuse nell'area asiatica: il Taoismo, il Buddhismo e il Confucianesimo. Da ognuna di esse, le arti marziali traggono gli aspetti più importanti fino a creare un sistema di condotta che prevede la capacità di comprendere i processi e i mutamenti naturali propria del Taoismo, la ricerca dell'essenza spirituale umana e del distacco dalla dimensione terrena di derivazione buddhista e, infine, la propensione all'autodisciplina e alla gerarchia fondata sul sapere, elemento mutuato dalla tradizione confuciana.
Nel sistema di condotta marziale, la ricerca interiore è quindi un cammino percorso lungo una doppia strada: da una parte si guarda all'interno di stessi, si medita e ci si concentra sul proprio essere individuandone limiti e capacità; dall'altra ci si rivolge al divenire delle cose e ai cambiamenti che stanno alla base di ogni processo creativo. Se la strada è duplice, la meta è comunque unica: partecipare all'infinito mutamento dell'esistente ed essere in perfetta armonia con esso. Quindi, nel praticante marziale ogni lato del proprio comportamento, ogni momento dell'agire umano, deve essere teso verso questo obbiettivo.
Secondo l'impostazione taoista, alla base del continuo mutamento delle cose vi è il Tao, una legge senza tempo e di cui il tempo è solo un elemento, alla base della quale risiedono i meccanismi propri di ogni trasformazione dell'esistente. Il Tao è quindi il punto d'incontro necessario e onnipresente fra tutto ciò che compone l'universo e le dinamiche naturali che su di esso agiscono e che in esso svolgono la loro funzione. Il Tao presiede quindi al ciclo dell'eterno mutamento, perchè senza mutamento niente potrebbe esistere e niente di ciò che esiste può sottrarsi al mutamento. Il Tao è legge.
Soffermiamoci brevemente sui diversi significati del termine Tao: esso può essere interpretato come "via", come "arte", ma anche come "condotta", "disciplina", "norma" e quindi "legge". Il Tao non può essere inteso nè come entità unica, nè come centro, perchè prescinde questi signidìficati; così potremo chiamare Wangtao le leggi degli uomini, siano esse politiche, amministrative, etiche, morali o religiose, potremo definire le logiche celesti e naturali come Tiantao, ma il Tao rimane un concetto difficilmente inquadrabile. Ciò accade soprattutto nella tradizione taoista, infatti, il Tao dei Confuciani richiama ad un ordine etico dell'esistente, Lao Tzu autore del Tao Teh-cing, il libro "della via e della virtù" taoista, diceva invece che il Tao non può essere definito, spiegato o imparato, ma soltanto intuito.
Il Tao viene rappresentato attraverso un simbolo noto in ogni parte del globo: una forma circolare che richiama chiaramente all'infinito susseguirsi degli eventi, alla mancanza di interruzioni nel divenire delle cose, in poche parole, alla natura e al perpetuarsi della vita. Per forma mentale e cultura, noi esseri umani tendiamo a costruire il nostro concetto di universo utilizzando delle categorie definite e creando degli insiemi all'interno dei quali isolare elementi simili, tendiamo cioè ad identificare ogni singola entità tramite una definizione e delle qualità. Il Taoismo non nega questa impostazione, ma la arricchisce, individua delle aperture negli insiemi attraverso le queli ogni cosa scorre e muta; non bisogna quindi incorrere nell'errore di relativizzare ogni elemento all'uomo è alla sua capacità di vedere le cose per come le ha definite, è invece necessario comprendere che anche ciò che non ci sembra "attivo", "vitale" o "animato" partecipa alle leggi del Tao: così il mare invade le terre e si ritira da esse col passare dei millenni; le montagne nascono, tagliano l'orizzonte a innumerevoli generazioni di uomini e poi lasciano il posto alla pianura; le pietre, apparentemente dotate di una infinita non-vita, si scheggiano e vengono erose dal vento, rotolano e travolgono le cose animate.
Il praticante di arti marziali ricava e persegue un insegnamento fondamentale dal processo di mutamento dovuto alle leggi del Tao: in ogni cosa, uomini compresi, esiste un'energia (detta Ci, Chi, Qi o Ki) che partecipa al divenire delle cose; non necessariamente ne siamo coscenti e non sempre riusciamo a controllarla e a vivere in armonia con essa. In pratica, si deve riuscire a ridurre al minimo i momenti in cui le potenzialità vengono mal veicolate, male utilizzate o disperse, si deve quindi raggiungere uno stato di completa armonia col mutamento universale. Naturalmente, perchè ciò sia possibile è necessario sottolineare che il cammino marziale deve essere percorso per tutto la vita.
La vita interiore di chi pratica le arti marziali deve quindi essere improntata all'armonia e ispirata dalla perfezione del cerchio del Tao; al concetto di armonia si ricollega quello di "equilibrio"; l'equilibrio fisico e mentale del praticante deve scorrere come scorrono le opposte energie del Tao: il positivo e il negativo, il mascolino e il femmineo, il duro e il molle, la verità e l'apparenza, lo Yin e lo Yang (vedi anche la sezione dedicata a l'I King).
I concetti di Yin e Yang vanno trattati e utilizzati con attenzione: essi sono opposti ma complementari, la legge universale non tende all'eliminazione di uno di essi, o come saremmo portati a pensare, del negativo. Sono entrambe due energie indispensabili e la mancanze di una di esse determinerebbe la cancellazione del tutto. Per capire questo concetto basti pensare all'uomo e alla donna: l'uomo è Yang, la donna è Yin, solo dall'incontro di queste due energie può nascere la vita, la continuazione della specie li vede quindi entrambi indispensabili. A sua volta, la vita che nascerà dall'incontro delle opposte energie sarà Yin o Yang e parteciperà al processo insieme costruttore e distruttore dell'esistente. Non dobbiamo farci ingannare dai concetti di positivo e negativo, infatti questi hanno nel Tao un significato neutro, non morale, per semplificare in modo estremo, si pensi ai poli positivi e negativi indispensabili per lo scorrere dell'energia elettrica. Così, se si pensa al simbolo del Tao, comprendiamo come esso ci mostri attraverso due semplici puntini che le due forze universali tendono ad una perenne contaminazione e ad un'infinita sinergia creatrice e distruttrice.
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